Firmato in basso a sinistra al verso, firma e iscrizione autografa: "Neve sul Ticino. Dipinto a 17 anni". Collezione Gallotti.
Esposizioni: Pavia Sala comunale Santa Maria Gualtieri 1999. Bibliografia: Gallotti 1992, pp.8, 88 e tav. I
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Collezione privata
Esposizioni: Milano, Palazzo Bagatti Valsecchi 1988. Bibliografia: Gallotti 1992.
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Firmato in basso a sinistra. Collezione privata.
Esposizioni: Pavia, Esposizione Nazionale Artistica, 1913.
Milano, Galleria Barbaroux, 1966 n°3.
Milano, palazzo Bagatti Valsecchi 1988.
Bibliografia: Marangoni, in "La cultura moderna", 1913, pp.152; Mostra commemorativa..... 1966;
Gallotti 1988, p.45.
Esposto nel 1913 a Pavia con il titolo “Primavera”, esemplifica la cauta adesione di Gallotti al gusto Liberty simbolista (evidente persino nell’originaria scelta del titolo, poi modificato), attestato nell’ambiente milanese almeno da un decennio.
L’atmosfera intimista di altri ritratti ancora legati al gusto tardo-ottocentesco, si stempera qui in una maggiore naturalezza dell’ espressione, in sintonia con l’accentuato impatto decorativo dello sfondo, esaltato in una gamma cromatica fortemente schiarita.
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Firmato in basso a destra e sul telaio. Collezione Gallotti.
Esposizioni: Pavia, Sala comunale Santa Maria Gualtieri 1999. Bibliografia: Gallotti 1992, p. 88 e tav. X; A: Gallotti 1879-1961, p. 36, tav. VIII
L’ ambiente di Chioggia, conosciuto da Gallotti durante i frequenti soggiorni nel corso del primo decennio del secolo, è indagato in una serie di tele, più volte replicate anche negli anni seguenti sulla base di schizzi o con l’aiuto della documentazione fotografica. I soggetti preferiti sono le vedute lagunari (Cavane di barche; Capanne di Chioggia; Milano Collezione Gallotti) o le scene di vita sulla spiaggia (ad esempio Cucendo le reti, documentato solo da una riproduzione fotografica), esposte con successo alle prime mostre milanesi, ma anche le vedute della cittadina (Calle di sottomarina; Vecchia Chioggia; Milano Collezione Gallotti). Pari interesse è riservato all’ambiente umano dei pescatori e delle loro famiglie: si vedano ad esempio, il Pescatore chioggiotto (a mezzo busto, Milano Collezione Gallotti), del 1913, e la contemporanea Vecchia chioggiotta (Collezione privata). A differenza di quelle due opere, nelle quali viene adottato uno sfondo scuro, in sintonia con la gamma cromatica giocata su toni bruni, il Vecchio chioggiotto mantiene tutta la luminosità ispirata all’ambiente marino.
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Firmato in basso a destra. Sul telaio etichetta manoscritta con titolo, data e indirizzo dell'artista. Collezione Gallotti.
Esposizioni: Milano, Galleria Barbaroux, 1966 n.7; Pavia, Sala Comunale S.Maria Gualtieri, 1999. Bibliografia: Gallotti 1992, p. 88 e tav. X; A. Gallotti 1879-1961, p. 36, tav. VIII
L’interesse per le vedute dei canali di Chioggia accomuna la produzione di Gallotti a quella del maestro Leonardo Bazzaro, che soggiornava frequentemente nella cittadina lagunare dove aveva uno studio. La tela è esemplificativa del gusto cromatico brillante e sontuoso, legato al cromatismo del Bazzaro, esaltato dalla pennellata larga e robusta, meno fusa che nelle opere del maestro.
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Firmato in basso a destra. Nella parte posteriore, firma e iscrizione autografa: Eremo di S.Francesco. Collezione Gallotti.
Esposizioni: Milano, Palazzo Bagatti-Valsecchi 1988; Pavia, Sala Comunale S.Maria Gualtieri 1999. Bibliografia: Gallotti 1992, p. 90; A. Gallotti 1879-1961, p. 51, tav. XXV.
Dal soggiorno in Assisi, probabilmente databile attorno al 1913-1914, Gallotti trae spunto per soggetti di costume e vedute, talune realizzate dal vero, altre realizzate sulla base di documenti fotografici e schizzi (cfr. ad esempio il disegno a penna con La rocca di Assisi, Milano, Collezione Gallotti). Si ricordano, oltre alle opere esposte in mostra, "Il mercato dei cocci presso Assisi" (ubicazione ignota) e la "Processione ad Assisi" (ubicazione ignota) documentati da fotografie d’ epoca; la Chiesa di S. Francesco"; "Convento in Assisi"; "La Basilica inferiore di Assisi" (tutti a Milano, Collezione Gallotti) variamente datati tra il 1913 e il 1915, oltre ad altri documentati dai cataloghi delle esposizioni (in particolare quella della Galleria Vinciana, 1920).
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